“C’era una volta…”, e oggi c’è ancora. Le trame più appassionanti di solito iniziano e finiscono così. Un intreccio di ostacoli, momenti di difficoltà e aiuti insperati che si concludono con un finale a lieto fine. La nostra storia - senza voler essere così ambiziosa come le favole degli scrittori - è l’avventura di un giovane ragazzo proveniente dall’Albania oggi titolare di un’impresa che dà lavoro a quasi 40 persone. È la storia di persone cresciute più a polvere di cemento che a latte in polvere. È la storia di chi è fuggito dalla propria terra ed ha trovato una seconda casa. È la storia di chi voleva una seconda opportunità e se l’è conquistata rimboccandosi le maniche. È la storia di una famiglia che ha trovato la forza di crescere restando unita e aprendosi alle città che l’hanno accolta. È la nostra storia, che vogliamo condividere con voi.
La nostra storia inizia da Koplik, una piccola realtà albanese al confine con la ex Jugoslavia. Federico Frederik Miculi, titolare della Miculi Costruzioni s.r.l., nasce nel 1968, quarto di quattro fratelli. Se in Italia sono gli anni della rivolta studentesca, in Albania la povertà generata da una dittatura spietata costringe le periferie a convivere quotidianamente con la miseria. Poco meno di 500 abitanti, a Koplik si impara presto a far tutto. Si cresce alla svelta, scalzi e spesso affamati, ma felici e uniti da uno spirito di collaborazione. Le case si costruiscono grazie all’aiuto dei vicini. Per Federico Miculi, le scuole elementari sono l’occasione per istruirsi e per scoprire la propria inclinazione verso il mondo delle riparazioni e delle piccole manutenzioni. Basta qualche chiodino e un’asse di legno abbandonata per sistemare infissi e perdite dal tetto, un’inclinazione ereditata dal papà che per non far mancare il necessario alla famiglia spende la propria vita nelle centrali idroelettriche: fatica, pericoli e notti insonni per assicurare pane bianco, formaggio e qualche litro di latte alla famiglia.
La passione per tutto ciò che è costruzioni cresce con gli anni: dove c’è un’intonacatura da applicare, un muro a secco da tirare in piedi, recinzioni da completare o travi in legno da fissare, le maniche si rimboccano e il lavoro finisce presto. La leva obbligatoria lo porta appena 18enne a Tirana, all’Università dei Militari, in un contesto scolastico, economico e sociale agli antipodi da quello che lo ha visto crescere. Le auto, le luci, lo sfarzo dei palazzi e dei ministeri entrano presto in contatto col suo ruolo di centralinista militare. Le sue mani servono per collegare le chiamate fra militari, per mettere in contatto l’Albania col blocco comunista. Gli anni Ottanta stanno volgendo al termine, il regime comunista scricchiola e si “ammorbidisce”. La disciplina però trasferisce principi che resteranno per sempre fra i valori di Federico Miculi: attenzione al dettaglio, cura del particolare, rispetto degli ordini, educazione ai superiori, ascolto delle persone. Tirana lo apre al mondo, la pressione studentesca mette alle corde il regime comunista. Alla caduta di Enver Hoxha fa seguito il periodo di transizione di Ramiz Alia, destinato a lasciare il passo a Sali Berisha, primo presidente democratico dell’Albania.
È nel periodo di confusione politica del regime albanese che Federico Miculi decide di lasciare la propria terra. L’Italia, culturalmente sempre vicina alla popolazione albanese, è l’approdo desiderato. Una lunghissima peregrinazione fra mari e montagne, fra filo spinato e mitra spianati, fra fame e sete, si conclude con l’approdo in quella che sarà a tutti gli effetti la sua nuova Patria. I ricordi di quei giorni sono ancora vivi oggi, a distanza di quasi 30 anni. Una memoria che si intreccia con la fuga, con le frontiere presidiate, con la paura di non farcela e dover tornare a convivere con la miseria. Il Sud Italia, poi Trieste, Gorizia ed infine Milano accolgono lui ed i parenti che insieme hanno affrontato la sfida di una nuova vita. Il nocciolo sta qui: il gruppo rifiuta il sussidio di vitto e alloggio garantito dallo Stato Italiano e si sposta a Milano. Il desiderio è quello di lavorare, di poter sopravvivere autonomamente. La voglia di farcela pervade le loro giornate e va oltre le barriere linguistiche, culturali, sociali e pregiudiziali dell’Italia di inizio anni Novanta.
Per Federico Miculi, la “prima” Milano è caratterizzata da giacigli nei pressi della Stazione Centrale, da pasti caldi di Fratel Ettore, da lavori di fortuna come assistente di una troupe televisiva. Gli bastano 48 ore per trovare il primo impiego. Dopo una settimana ha già in tasca qualche soldo. Dopo 15 giorni lavora già per una impresa edile. Insieme ad una squadra di operai provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo, si dà da fare per fare malta, incurante di tutto il resto. La sua energia viene premiata, una stanza a Baranzate diviene il suo primo punto d’appoggio da cui ripartire. Quella nuova vita tanto sognata, sta iniziando a realizzarsi. Il puzzle si completa con il cambio di cantiere che lo porta a Novate Milanese dove conosce Suor Angelica e tante brave persone di Novate Milanese, realtà destinata a diventare la sua seconda famiglia.
Da immigrato straniero ad artigiano, il dado è tratto. Dopo aver instaurato numerosi contatti lavorativi, nel 1994 nasce la Miculi Frederik, impresa individuale nel settore artigianale. Sono anni di fermento lavorativi, di manodopera al fianco di importanti imprenditori della Brianza che rappresentano un’autentica università a cantiere aperto. Le manutenzioni realizzate a Dolzago, Casatenovo, Lesmo, Rovagnate e Missaglia, oltre ai tanti lavori eseguiti a Novate Milanese, fanno rapidamente crescere l’impresa che inizia a dar lavoro ad una squadra di 6 operai. Mezzi e attrezzature si rinnovano completamente, la crescita del fatturato è superiore al 200% di anno in anno. L’esperienza di Federico Miculi lo porta ad essere sempre più conosciuto, apprezzato e stimato.
È nel 1997 che arriva la prima importante commissione: una villa da realizzare ex novo, dalle fondamenta al tetto, in via Cascina del Sole 65 a Novate Milanese. A nemmeno 30 anni grava sulle sue spalle il compito di realizzare il sogno dei proprietari: trasformare il progetto disegnato su carta in un’abitazione da sogno. Le preghiere dei committenti, uniti all’esperienza edile, fanno sì che il risultato sia un successo. È il definitivo momento della svolta. L’iniziale diffidenza nei confronti di un’impresa straniera viene quasi completamente spazzata via. La comunità di Novate Milanese, figure di riferimento come Suor Angelica, consentono alla Miculi Frederik di integrarsi con la comunità e di operare nel campo delle costruzioni civili, private, industriali e religiose. La formula di un’alta qualità a prezzi accessibili risulta vincente.
È giunto il tempo di pensare in grande e guardare al futuro. Nel 2001 nasce la Costruzioni e Ristrutturazioni Miculi S.r.l. che da allora ad oggi non cambierà più denominazione. La formula dell’acquisto in permuta si rivela vantaggiosa, nel 2004 prende il via il cantiere della prima importante realizzazione in via dello Sport 11 a Novate Milanese. L’anno successivo, ruspe al lavoro in via Cavour a Novate Milanese dove la Miculi s.r.l. negli anni realizzerà costruzioni di edifici di qualità. Il successo aziendale è più forte delle invidie e delle gelosie che inevitabilmente affiorano sul territorio. Nel 2009 l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano chiama Frederik Miculi per raccontare la propria storia “Da immigrante a imprenditore” davanti ad una platea di studenti affascinati dalla perfetta sintesi di lavoro e integrazione. Anche il Comune di Cinisello Balsamo lo chiama per raccontare la sua esperienza, per offrire la visione di un’immigrazione che si trasforma in ricchezza.
L’apertura di nuovi cantieri coincide, inevitabilmente, con la crescita dell’impresa. I dipendenti crescono in pochi anni fino a 15 unità, affiancati da una dozzina di collaboratori esterni. Nell’organico della Miculi s.r.l. entrano giovani motivati, preparati, capaci di far compiere il definitivo salto di qualità all’impresa per essere ancor più competente e competitiva sul mercato. La famiglia Miculi si integra col territorio, lo scambio consente di collaborare con imprenditori dell’hinterland milanese e di assumere figure neo-laureate provenienti dalle migliori Università lombarde. Anche negli anni della crisi, la voglia di fare consente di superare tutte le difficoltà.
Il lavoro si affianca al ruolo di papà che vede Federico Miculi, al fianco di Adriana, crescere le amate Chiara e Laura. Le foto dei primi compleanni, delle gite fuori-porta e dei traguardi scolastici arricchiscono i cassetti degli uffici e le memorie degli smartphone. Il ruolo della famiglia diviene cruciale anche per lo sviluppo dell’impresa: se Adriana è factotum in termini organizzativi, il fratello Paulin con i nipoti diventa uno dei rami operativi in cantiere.
La vivacità imprenditoriale permette di concludere realizzazioni in via Montegrappa, Cavour, Sanzio, San Gervaso e Protaso, don Minzoni, Avignone, Volta, Bernardino e Bollate a Novate Milanese, oltre ad un intervento edificatorio in via Filzi a Cormano. Milano e l’hinterland si stanno aprendo al mondo, la vivacità della Città della Madonnina offrono occasioni sempre nuove e favoriscono l’incremento del lavoro. Attualmente, l’impresa è concentrata su due nuovi interventi residenziali in corso in via Cavour e in via Alpi. Il parco mezzi è composto da decine di furgoni, camion, ribaltabili, ruspe e gru di ultima generazione. Una costante innovazione che spinge la Miculi s.r.l. verso Milano. Ma questo sarà l’inizio del prossimo capitolo…